lavabo

la||bo
s.m.
1803 nell'accez. 1b; lat. lavābo propr. “laverò”, 1ª pers. sing. del fut. di lavāre, parola iniziale del versetto del salmo 25 Lavabo inter innocentes manus meas “laverò tra gli innocenti le mie mani” che, prima della riforma liturgica, il sacerdote recitava lavandosi le mani, ed era spesso incisa sugli acquai delle sagrestie; nell’accez. 3 cfr. fr. lavabo.

AD
1a. TS lit. prima della riforma liturgica, cerimonia che faceva parte dell’offertorio, durante la quale il sacerdote si lavava simbolicamente le mani recitando gli ultimi sette versetti del salmo 25
1b. TS lit. cartagloria che, prima della riforma liturgica, era posta a sinistra dell’altare, su cui erano stampati i versetti del salmo 25 recitati dal sacerdote
2. TS lit. estens., ampolla contenente l’acqua che il sacerdote usa per lavarsi le mani durante la messa | piccolo acquaio della sagrestia in cui il sacerdote si lava le mani prima di indossare le vesti liturgiche
3. CO piccola vasca spec. di ceramica che, collocata nella stanza da bagno o, talvolta, in quella da letto e agganciata alla parete o sorretta da un basamento, è dotata di impianto di carico e scarico d’acqua ed è usata per la pulizia personale
4. BU stanza, spec. dei locali pubblici, dove si trovano gli impianti sanitari e igienici
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