tradurre

tra|dùr|re
v.tr.
1354 nell'accez. 3; dal lat. tradūcĕre.

FO
1. volgere, rendere in una lingua diversa da quella originale un testo scritto od orale, o anche solo una frase o una parola: tradurre un termine, un’espressione, un saggio, tradurre una lettera dal tedesco in italiano, l’oratore parlava in inglese e l’interprete traduceva in italiano, tradurre Sofocle, Virgilio; anche ass.: tradurre dal francese, in inglese, tradurre a senso, liberamente, alla lettera; «Che lavoro fai?» «Traduco», faccio il traduttore
2a. estens., colloq., esprimere con parole facilmente comprensibili un concetto, un pensiero che è risultato poco chiaro: tradurre in parole povere, traducimi un po’ quel che ha detto l’ingegnere
2b. esprimere, volgere in altro modo: tradurre in atto, in pratica un’idea, metterla in pratica | tradurre un’idea sulla tela, sul marmo, realizzarla in un’opera di pittura o di scultura | tradurre in cifre, in termini economici, quantificare concretamente gli aspetti economici relativi spec. a un’iniziativa, un progetto o sim.
2c. fig., rendere, esprimere a parole un’emozione, uno stato d’animo: tradurre un sentimento
3. OB trasportare | TS burocr. condurre, trasferire da un luogo a un altro, spec. un carcerato: l’imputato fu tradotto in carcere
4. OB LE trasmettere, tramandare: le virtù patrie e la pietà congiunta | tradussero per lungo ordine d’anni (Foscolo)
5. TS inform. convertire il formato in cui sono codificati dati, comandi, ecc. in un altro formato, senza modificare i dati o i comandi stessi
Il dizionario di italiano dalla a alla z
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