dón|de
avv., cong.
2ª metà XIII sec; loc. lat. de ŭnde propr. “da dove”.
LE 1. avv., spec. in proposizione interrogative dirette e indirette, da quale luogo, da dove: donde arrivi?, donde vieni?, non si capì donde giungesse| estens., da chi, da quale fonte: donde vengono queste novità? 2. avv., con valore relativo, dal luogo da cui: arrivo donde vieni tu, la città donde arrivo| fig., dal che, dalla qual cosa: donde si deduce che| per, attraverso cui: cominciò ad andar…, per sapere se scala o porta trovasse donde andar se ne potesse (Boccaccio) | di cui: perché sì rado | mi date quel dond’io mai non son sazio (Petrarca) 3. avv., con valore causale, di che, di cui: piangi, che ben hai donde, Italia mia (Leopardi); anche in proposizioni interrogative: donde tanti lamenti?, perché, per quale motivo? 4. cong., con valore conclusivo, quindi, per la qual cosa
Polirematiche
averne ben donde loc.v. CO avere un valido motivo: ne hai ben donde di ribellarti