gemere
av. 1313; lat. gĕmĕre, di orig. incerta.
CO
1. v.intr. (avere) lamentarsi, piangere sommessamente: il malato continuò a gemere per tutta la notte | emettere gemiti, gridi soffocati: gemere di piacere | fig., lamentarsi essendo oppresso: gemere sotto il peso della tirannide
2a. v.intr. (avere) cigolare, scricchiolare: l’assito gemeva sotto il peso eccessivo | scherz., far gemere i torchi, stampare, dare alle stampe o anche, pubblicare un’opera di scarso valore
2b. v.intr. (avere) LE fig., produrre un rumore cupo e sordo: grande è il rumore, e il bosco intorno geme (Ariosto) | gorgogliare: con lieve strepito perenne | geme tra il caprifoglio una fontana (Pascoli)
3. v.intr. (avere) BU del colombo o della tortora, emettere un verso lamentoso
4a. v.intr. (avere) CO di contenitore, perdere lasciando fuoriuscire il contenuto: la botte geme
4b. v.intr. (essere) CO di liquido, fuoriuscire, stillare, gocciolare da un contenitore: il mosto geme dal tino
5. v.tr. LE piangere, lamentare: me vedrai seduto | sulla tua pietra, o fratel mio, gemendo | il fior de’ tuoi gentili anni caduto (Foscolo)
6. v.tr. LE far fuoriuscire, trasudare: parean sangue gli accesi tizzoni, | da’ capi spenti tutti gemendo | lagrime tai, che spegneno i carboni (Boccaccio)
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