linguaggio

lin|guàg|gio
s.m.
ca. 1260; dal provenz. lenguatge, fr. ant. languaige, der. di lengua, langue “lingua”.

FO
1. FO capacità comune a tutti gli esseri umani di apprendere una o più lingue storico-naturali e di servirsene per ragionare, intendersi reciprocamente, comunicare sia oralmente sia, tra le popolazioni che conoscono la scrittura, graficamente, scrivendo e leggendo | TS ling., psic. facoltà umana ricca di elementi innati, universali, presenti in ogni lingua; le sue manifestazioni maturano nel corso dei primi anni di vita fino a raggiungere la capacità d’uso di una o più lingue storico-naturali, per molti anche in forma scritta; nelle sue manifestazioni chiama a convergere un piano del contenuto, su cui si collocano le innumerevoli esperienze reali, possibili e, anche, naturalmente impossibili di cui è capace un essere umano, e un piano delle espressioni foniche o grafiche ecc., collegate ai contenuti semantici attraverso le infinite frasi generabili in ciascuna lingua: linguaggio articolato, in quanto si serve di frasi distinte in parole le quali, a loro volta, hanno significanti distinti in fonemi, e in quanto articola, ripartendoli in classi distinte diversamente da lingua a lingua, i possibili contenuti da esprimere e i suoni utilizzabili per esprimersi; linguaggio verbale, in quanto si serve delle parole (lat. verba) di una lingua storico-naturale; linguaggio orale, audio-orale, che si serve dell’apparato di fonazione per produrre i suoni che realizzano i significanti e che si percepiscono con l’apparato uditivo; linguaggio innato, congenito, linguaggio naturale, in quanto innato e comune a tutta la specie umana almeno dall’apparizione dell’Homo sapiens africano, se non già prima dall’apparizione dell’Homo habilis, per distinguerlo da forme artificiali, convenzionali o simboliche di comunicazione; linguaggio umano, comune a tutta la specie umana, per distinguerlo da linguaggi di altre specie viventi | TS filos. nelle filosofie di ispirazione idealistica, attività creativa dello spirito umano, momento o categoria eterna e a priori che si manifesta nell’esprimersi sempre rinnovellantesi di ciascun individuo
2a. CO lingua: Questi è Nembrotto per lo cui mal coto | pur un linguaggio nel mondo non s’usa. | Lasciànlo stare e non parliamo a vòto; | ché così è a lui ciascun linguaggio | come ’l suo ad altrui, ch’a nullo è noto (Dante)
2b. CO modalità particolare d’uso d’una lingua: linguaggio ricercato, colto, popolare, linguaggio scientifico, medico sportivo, linguaggio della malavita, dell’economia, della politica; linguaggio infantile, caratteri (in parte universali) dell’uso di una lingua in età infantile; linguaggio maschile, linguaggio delle donne
2c. CO stile: il linguaggio di Manzoni, di Joyce
3a. TS semiol. capacità d’utilizzazione di qualunque tipo di codice che, pur diverso dalle lingue storico-naturali, sia in grado di ordinare la produzione e comprensione di segnali della più varia natura: linguaggi animali, studiati dalla zoosemiotica, linguaggio delle api, dei delfini; linguaggi logici, simbolici, convenzionali | linguaggio gestuale, in cui il significante è realizzato con gesti visibili per il destinatario, cui si possono ricondurre le lingue dei segni in uso tra i sordomuti
3b. CO TS arte insieme dei mezzi adoperati da singole attività artistiche: linguaggio della pittura, della musica, dell’architettura, linguaggio musicale, pittorico
3c. TS log., ling., inform. qualsiasi insieme di stringhe di simboli le quali siano generabili a partire da un vocabolario finito, non creativo, secondo un numero finito di regole sintattiche applicabili infinitamente, talché sia decidibile l’appartenenza di una stringa all’insieme
3d. CO possibilità riconosciuta ad alcuni oggetti, elementi naturali o paesaggi di ispirare sentimenti o suscitare emozioni: il linguaggio della natura, il linguaggio delle antiche rovine | significato simbolico attribuito a determinati oggetti: il linguaggio dei colori

Polirematiche

convertitore di linguaggio
loc.s.m.
TS inform.
dispositivo che traduce una forma di dati in un’altra (es. da microfilm a nastro magnetico)
disturbo del linguaggio
loc.s.m.
TS psic.
ciascuna delle patologie che toccano lo sviluppo o l’esercizio della facoltà del linguaggio, come afasie, disfasie, dislessie e sim.
filosofia del linguaggio
loc.s.f.
TS filos.
riflessione filosofica sul linguaggio | non com. => filosofia linguistica
funzione del linguaggio
loc.s.f.
TS ling.
secondo la teoria di R. Jakobson, quella che una comunicazione linguistica o una sua parte può assolvere in relazione ai sei elementi che intervengono in essa (emittente, destinatario, messaggio, codice, contesto, contatto)
linguaggio a basso livello
loc.s.m.
TS inform.
l. di programmazione con una sintassi orientata al calcolatore
linguaggio ad alto livello
loc.s.m.
TS inform.
l. di programmazione con istruzioni e struttura più vicine a quelle del linguaggio parlato
linguaggio algoritmico
loc.s.m.
TS mat.
quello sviluppato negli anni Sessanta e che è alla base dei moderni linguaggi di programmazione
linguaggio artificiale
loc.s.m.
TS ling.
sistema simbolico, formato da cifre, codici e lettere, usato nelle discipline tecniche e scientifiche
linguaggio associativo
loc.s.m.
TS psic.
quello che procede per associazioni di idee piuttosto che secondo i canoni della sintassi
linguaggio bambinesco
loc.s.m.
CO
linguaggio infantile
linguaggio di programmazione
loc.s.m.
TS inform.
codice simbolico usato per esprimere le istruzioni dei programmi con cui far compiere determinate operazioni ai calcolatori elettronici
linguaggio evoluto
loc.s.m.
TS inform.
=> linguaggio ad alto livello
linguaggio fischiato
loc.s.m.
TS semiol.
codice semiologico a significanti realizzati con fischi, spec. modulati e differenziati variando numero e posizione delle dita portate alle labbra, in uso tra comunità indigene di pescatori, cacciatori e pastori in diverse aree (Canarie, America centrale, Turchia, Pirenei, Borneo)
linguaggio formalizzato
loc.s.m.
TS log.
sistema chiuso (non creativo) di simboli governati da un numero finito di regole sintattiche esplicite e ordinate per la formazione di stringhe e da regole semantiche per l’interpretazione delle stringhe stesse
linguaggio furbesco
loc.s.m.
TS ling.
=> lingua furbesca
linguaggio infantile
loc.s.m.
CO
l. tipico dei bambini o degli adulti che adottano il loro stesso modo di esprimersi
linguaggio macchina
loc.s.m.
TS inform.
=> linguaggio a basso livello
linguaggio matematico
loc.s.m.
1. TS log., filos. le matematiche in quanto tipico insieme di linguaggi simbolici
2. TS log., ling. => linguaggio formalizzato
linguaggio naturale
loc.s.m.
TS ling.
quello verbale, consistente nell’uso delle lingue naturali e storiche
linguaggio oggetto
loc.s.m.
1. TS log., ling. quello definito o descritto da un metalinguaggio
2. TS inform. => linguaggio a basso livello
linguaggio olofrastico
loc.s.m.
TS ling.
l. che esprime concetti complessi per mezzo di un solo vocabolo come ad es. quello dei bambini nella prima fase di apprendimento della lingua
linguaggio ordinario
loc.s.m.
TS filos.
spec. nella filosofia analitica, il linguaggio quotidiano in quanto distinguibile dagli usi tecnici, scientifici, filosofici di una lingua
linguaggio settoriale
loc.s.m.
TS ling.
l. utilizzato in determinati settori specialistici e caratterizzato da una terminologia tecnica che spesso si discosta dal lessico comune o lo usa in accezioni particolari
linguaggio simbolico
loc.s.m.
1. TS log., ling. => linguaggio formalizzato
2. TS inform. => linguaggio ad alto livello.
psicologia del linguaggio
loc.s.f.
TS psic.
studio, dal punto di vista psicologico, dei fatti linguistici, spec. individuali
sociologia del linguaggio
loc.s.f.
TS sociol.
studio dei diversi strati sociali dal punto di vista dei loro comportamenti linguistici
Il dizionario di italiano dalla a alla z
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