miserere

mi|ṣe||re
v.intr., s.m.inv., lat.
av. 1306; lat. miserere, 2ª pers. sing. dell’imp. di miserēri “aver pietà”, parola iniziale del salmo Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam “Pietà di me, o Dio, per la tua grande misericordia”.


1. v.intr. LE forma verbale usata per invocare misericordia, pietà, indulgenza: «M. di me», gridai a lui (Dante)
2. s.m.inv. TS lit. salmo penitenziale recitato o cantato spec. per invocare il perdono di Dio | scherz., cantare, recitare il miserere a qcn., considerarlo finito, rovinato; essere, essere ridotto al miserere, essere in fin di vita o ridotto in miseria, sul lastrico; faccia da miserere: cadaverica, da moribondo
3. s.m.inv. BU manifestazione querula di pentimento, di rammarico per le proprie colpe: piantala con questi miserere!
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