pòr|ge|re, pór|ge|re
v.tr. e intr.
av. 1250; lat. pŏrrĭgĕre, comp. di por-, var. di pro- “davanti, fuori” e rĕgĕre “dirigere”.
1. v.tr. AU tendere, avvicinare una cosa a qcn. affinché possa prenderla: mi porgi il pane?, porgimi quel libro, porgere il braccio a qcn., in modo che possa appoggiarsi, camminando; porgere la mano, da stringere, in segno di saluto 2. v.tr. CO fig., offrire, prestare: porgere l’occasione, il destro, porgere aiuto; porgere ascolto, dare retta | in formule di cortesia, spec. in lettere o biglietti, presentare: porgere cordiali saluti, sentite condoglianze 3. v.tr. CO spec. ass., recitare, esporre un discorso accompagnando le parole con gesti appropriati: porgere con grazia; anche s.m.: l’arte del porgere 4. v.tr. LE proferire: queste parole da lor ci fur porte (Dante) | suggerire: o immaginativa … | chi te move se il senso non ti porge? (Dante) 5. v.tr. LE causare, provocare: tu credi che sia qui ’l duca di Atene, | che sù nel mondo la morte ti porse? (Dante) | far nascere, suscitare: Arno … porgendole disiderio delle sue acque, non iscemava la sete, ma l’accresceva (Boccaccio) 6. v.tr. LE dirigere, indirizzare: appresso porse a me l’accorto passo (Dante) | volgere, spec. gli occhi, lo sguardo: amor … | nel fondo del mio cuor gli occhi tuoi porgi (Petrarca) 7. v.intr. (avere) BU sporgere
Polirematiche
porgere l’altra guancia loc.v. CO sopportare affronti, offese, ingiurie, ecc. senza reagire, secondo l’insegnamento del Vangelo porgere orecchio loc.v. CO prestare orecchio.
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