ran|có|re
s.m.
av. 1306; lat. rancōre(m) propr. “sapore rancido”, der. di rancēre “essere rancido”.
CO sentimento di avversione profonda, di risentimento verso una persona, un ambiente, una situazione, spec. maturato in seguito a un’offesa o a un torto e non manifestato apertamente: nutrire del rancore, manifestare il proprio rancore, c’è del rancore fra loro due; serbare rancore nei confronti di qcn.: non perdonargli un torto o un’offesa di cui si è stati oggetto; lasciarsi senza rancore: amichevolmente; senza rancore, formula con la quale dopo una discussione accesa si rassicura l’interlocutore che ciò che è stato detto non comprometterà le future relazioni | spec. al pl., ciascuna delle cause del risentimento: dimentichiamo i vecchi rancori