reduplicazione

re|du|pli|ca|zió|ne
s.f.
1745; dal lat. tardo reduplicatiōne(m), v. anche reduplicare.


1. BU il reduplicare, il reduplicarsi e il loro risultato
2. TS ling. ripetizione dello stesso elemento lessicale o di due elementi sinonimici, che serve per distinguere certe forme grammaticali (ad es. i perfetti greci o, in latino, i perfetti del tipo momordi e totondi rispetto a mordēre e tondēre), per creare nuove parole (per es. il lat. quisquis ottenuto da quis), per esprimere con maggiore efficacia un concetto (per es. piano piano per pianissimo), per ottenere particolari effetti stilistici e retorici (per es. guarda guarda, zitto zitto, grande e grosso, ecc.)
3. TS filos. ciascuna delle espressioni del tipo di "in quanto", "come" e sim., usate in certe proposizioni quali "l’uomo, in quanto animale, è mortale"
4. TS biol. => replicazione
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