scusare

scu|ṣà|re
v.tr. e intr.
1ª metà XIII sec; dal lat. excūsāre, comp. di ex- “fuori, da” e causa “causa, colpa”.


1. v.tr. FO perdonare, giustificare, discolpare per una mancanza, un errore, una colpa più o meno grave, ecc.: è sempre pronto a scusare il figlio, questa volta non posso scusarti! | giustificare un comportamento, un’azione, ecc. cui possono essere mosse critiche: scusare le debolezze degli altri, la giovane età non scusa la sua irresponsabilità | in formule di cortesia, per chiedere perdono per una mancanza di riguardo, un disturbo arrecato e sim.: scusatemi per l’intromissione, scusate se mi intrometto, scusi il disturbo, l’incomodo | anche ass.: scusate, qual è la strada più breve per il paese?, scusi, non volevo urtarla | scusi, scusate se è poco!, per sottolineare ironicamente che qcs. è molto abbondante, eccessivo o sbalorditivo
2. v.tr. OB nascondere, dissimulare
3. v.tr. OB esentare, liberare da un’esperienza dolorosa, da un’incombenza e sim. | OB LE evitare: scusar non si posson l’offense (Dante)
4. v.intr. (avere) OB LE rifiutare, ricusare: ciò che vedesti fu perché non scuse | d’aprir lo core all’acque de la pace (Dante)
Il dizionario di italiano dalla a alla z
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