tu
pron.pers. di seconda pers.sing., s.m.inv.
av. 1295; lat. tū.
FO 1. pron.pers.
di seconda pers.sing., indica la persona cui ci si rivolge parlando quando si sia con essa in rapporto di confidenza; si usa solo in funzione di soggetto (nei casi obliqui è sostiito dalla forma tonica te o dalle forme atone te, ti) ed è spesso sottinteso: sei andato dal dottore?; viene invece espresso quando è coordinato con un altro soggetto: tu e tuo figlio; quando si vuole esprimere una contrapposizione: io non parlo, parla tu, o un paragone: io ho problemi più seri di quelli che hai tu, oppure quando possono sorgere dubbi sulla persona del verbo: è meglio che tu vada, o quando il verbo è sottinteso: chi glielo ha detto? Tu?| spesso è posposto al verbo per dare enfasi: sai sempre tutto tu, fallo tu, che sei capace| si rafforza quando è accompagnato da stesso, anche, neanche, nemmeno, proprio e sim.: tu stesso non avresti fatto di meglio, neanche tu avresti avuto il coraggio di dirglielo, proprio tu dici queste cose?, o dall’inciso per te: tu, per te, moriresti di fame| può avere funzione di predicato nominale: digli che non sei stato tu | in espressioni colloquiali: dopo l’incidente non sei più stato tu, per indicare un mutamento nel modo di essere e di comportarsi | nell’uso antico e letterario, posposto al verbo, può fondersi con questo: sovr’essa vedestù la scritta morta (Dante)
2. pron.pers.
di seconda pers.sing., con valore impers.: sono cose a cui tu non pensi finché non ti succedono, a cui non si pensa
3. s.m.inv.
, la seconda persona, come forma allocutiva, per indicare confidenza, familiarità: rivolgersi a qcn. con il tu
Polirematiche
a tu per tu loc.avv. CO a faccia a faccia: trovarsi a tu per tu con qcn. dare del tu loc.v. CO rivolgere a qcn. il discorso in seconda persona singolare, in segno di amicizia e confidenza
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