re-
pref. indica ripetizione, movimento in senso contrario, ritorno a uno stato precedente o anche intensificazione, in verbi e sostantivi o aggettivi spec. deverbali di origine latina: recidere, recisione, recitare, recitazione, reclutare, reperire, resistere, restaurare, restituire, e premesso produttivamente a verbi che cominciano con i: reidratare, reinserire, reintegrare, reinventare; in tutti gli altri contesti fonetici si usa di norma la forma ri-, esito regolare in posizione protonica; le due forme sono in concorrenza in alcune coppie di parole: recezione | ricezione, recuperare | ricuperare, in questi casi la forma con re- è in genere di registro più elevato; in altri casi si ha differenziazione semantica: respingere | rispingere; l’influsso di cultismi latini e di parole impiegate nelle terminologie tecnico-specialistiche di lingue moderne favorisce l’uso della forma re- anche davanti ad alcune parole che non cominciano con i: retrarre; la forma correntemente usata del prefisso è ri-, presente anche in numerosi verbi e sostantivi deverbali di origine latina, tra cui: ridurre, riduzione, rimanere, rinunciare, riparazione, risoluzione, risolvere, rispondere, risultare; è usato produttivamente davanti a verbi in un gran numero di formazioni, in cui esprime i valori di ripetizione: ricadere, ricongiungere, riproporre, riscrivere, ritentare, ritorno a uno stato precedente: ricomporre, ricostruire, risanare, movimento in senso contrario: rispedire, rivendere, reciprocità: riabbracciare, ribaciare, intensificazione: ribollire, ripulire; il valore iterativo del prefisso può coesistere con altri valori: riabbracciare "abbracciare di nuovo", "abbracciarsi reciprocamente"; richiedere "chiedere di nuovo", "chiedere insistentemente"; un’interpretazione iterativa è possibile anche con verbi che hanno significato lessicalizzato: riassumere, riconoscere, rimandare, riscuotere; ha valore iterativo e intensivo anche in un ristretto numero di formazioni parasintetiche verbali latine e italiane: ricapitolare, ripristinare; si può premettere anche a sostantivi e aggettivi deverbali di cui può non essere attestato il verbo prefissato di origine; di norma non subisce alterazioni fonetiche, ma si può avere elisione davanti a parole prefissate con 1in-: rinsecchire, rinviare; di alcuni verbi esiste sia la forma con elisione sia quella senza: ravvicinare | riavvicinare, raddolcire, in questi casi la forma con elisione ha di solito valore intensivo, quella con ri- iterativo; le forme con elisione hanno favorito la formazione dei prefissi ra- e rin-
Il dizionario di italiano dalla a alla z