3. Struttura delle voci
Il lemma è in neretto. L’eventuale numero di omografo è segnato in esponente all’inizio del lemma. Sul lemma viene segnato l’accento tonico, in un carattere chiaro per differenziarlo dall’accento grafico, che appare invece in neretto; sul lemma viene inoltre indicata, con barrette verticali, la sillabazione: un’eccezione è costituita da monosillabi, sigle, simboli, abbreviazioni e acronimi.
Segue la qualifica grammaticale, che in intestazione può essere più di una, nel caso di lessemi che abbiano accezioni con diverse qualifiche grammaticali.
Alla qualifica grammaticale fanno seguito la data di prima attestazione del lemma ed eventuali informazioni etimologiche. La marca d'uso, segnalata in rosso,
può riguardare l'intero lemma o più accezioni consecutive. Accezioni che si discostino dagli usi segnalati dalla prima marca sono introdotte dalla marca d'uso specifica.
Segue quindi la definizione, che può essere articolata in più accezioni. In questo caso, le diverse accezioni sono distinte con numeri arabi in neretto da 1 a
n. Talvolta lo stesso numero viene ripetuto per più accezioni e fatto seguire da lettere, quando non ci sia un netto distacco di significato; nel caso in cui non appaia necessaria una separazione così netta (le accezioni hanno alcuni aspetti semantici affini, appartengono allo stesso ambito tecnicospecialistico, ecc.), le diverse articolazioni di un’accezione sono separate da barra verticale o da punto e virgola:
arco
àr|cos.m.
FO
1 arma da caccia e da guerra, oggi usata spec. come attrezzo sportivo, costituita da un’asta di materiale flessibile, gener. di legno, e da una corda legata alle due estremità, con cui si scagliano frecce: impugnare, tendere l’a., tiro con l’a.
2a struttura edilizia con curvatura variabile, poggiante su colonne, pilastri o pareti, con funzione di sostegno dei carichi che sovrastano porte, finestre, portici o ponti, o funzione puramente decorativa
2b estens., ciò che ha linea curva, arcuata: l’a. delle sopracciglia, i rami formano un a.; piegare, curvare ad a., incurvare, rendere curvo | LE l’a. del cielo, l’a. celeste, l’a. stellato, il cielo, la volta celeste | LE arcobaleno
Le definizioni di voci molto articolate sono suddivise, dove possibile, in parti distinte in base alle qualifiche grammaticali: tali parti sono indicate da numeri romani in neretto e al loro interno le accezioni seguono la loro normale numerazione progressiva.
All’inizio di ogni accezione compaiono la qualifica grammaticale, se questa non è unica per tutta la voce e non è indicata dopo un numero romano, e la marca d’uso, dove necessaria. Le accezioni (soprattutto quelle relative al linguaggio comune) sono corredate da esempi, in corsivo. Questi sono introdotti dai due punti e separati tra loro da virgole o punti e virgola. Il lemma all’interno degli esempi è indicato con la lettera iniziale puntata, tranne i casi in cui esso sia in forma flessa (talora, in deroga a tale norma, i lemmi monosillabici sono stati indicati estesamente, e ciò per mere esigenze estetiche). Sono invece riportate per esteso negli esempi le locuzioni a lemma. Per le accezioni di uso letterario sono riportati esempi seguiti, in tondo tra parentesi, dall’indicazione dell’autore da cui sono tratti. Il taglio di esempi letterari eccessivamente lunghi è indicato da tre puntini di sospensione.
Alla trattazione del lemma monorematico seguono, in neretto e in ordine alfabetico, le polirematiche in cui esso compare come primo elemento.